martedì 18 febbraio 2014

Manifestazione per mezzo della preghiera. Neville Goddard

Neville Goddard ha sviluppato una metodologia per manifestare attraverso la preghiera e ne ha parlato in tutti i suoi libri. Concettualmente si tratta di sentire il desiderio come realizzato, il testo che segue sviluppa questa idea in tutti i suoi aspetti.

“La preghiera è l’esperienza più straordinaria che un essere umano possa fare ma non ha nulla a che vedere con il quotidiano mormorio della maggior parte dell’Umanità, intenta a cercare di attirare l’attenzione di Dio ripetendo vuote litanie. La preghiera è l’estasi di un matrimonio spirituale celebrato nella profonda e silenziosa immobilità della consapevolezza.” (Neville)
“La preghiera è quindi riconoscere sé stessi essere ciò che si desidera piuttosto che implorare Dio di realizzare i propri desideri.” (Neville)

“Se la preghiera non ottiene risposta si sta sbagliando qualcosa. Solitamente ci si mette troppo sforzo, l’errore più comune è riconoscere la preghiera come un atto di volontà. La regola fondamentale è non fare alcun sforzo, se ci riuscirete vi troverai intuitivamente nel giusto stato d’animo.” (Neville)

“Non si attrae ciò che che si vuole ma ciò che si crede essere vero.” (Neville)

Il cuore del processo è creare uno stato mentale in cui si sente di aver già ottenuto ciò che si desidera; sia che si tratti di qualcosa di materiale, un tratto caratteriale od il contatto con il divino dentro di voi. La propria immaginazione deve riconoscere ciò che si desidera come già realizzato; nonostante i sensi fisici possano suggerire alla mente il contrario, bisogna vivere in uno stato mentale in cui ciò già esiste.
Una volta che questo stato mentale è raggiunto nell’immaginazione, Neville ci spiega che è solo una breve questione di tempo perché il mondo fisico esterno rifletta il nostro mondo interiore.

I 10 ASPETTI DEL CORRETTO MODO DI PREGARE

1. DORMIRE
“Portare l’azione nel sonno concretizza la fantasia in realtà.” (Neville)
Neville menziona frequentemente quanto sia potente addormentarsi immaginando realizzato il proprio desiderio.
Quando ci si trova sdraiati a letto alla fine della giornata e si perde coscienza, si ha la possibilità di creare con il minor sforzo possibile la scena mentale che vede realizzato il proprio desiderio.
Attenzione però a non metterci troppo sforzo, diversamente l’Ego rimarrà presente e non si riuscirà ad addormentarsi.
Perché questa tecnica funziona tanto bene?
Abraham, canalizzato da Esther Hicks, spiega che se portate un’idea nel sonno avete otto ore di incoscienza in cui non potrete disfare o negare questa manifestazione.
Neville dice qualcosa di simile in “Resurrezione”: “Un uomo addormentato non ha libertà di scelta, è dominato dall’ultimo pensiero avuto da cosciente, quindi si dovrebbe sempre assumere una sensazione di realizzazione e soddisfazione prima di addormentarsi.”
E’ inoltre probabile riuscire a trasformare in un sogno la situazione di appagamento portata nel sonno ed il sogno è un’esperienza sensoriale completa al pari della realtà – quale miglior occasione per sentire il desiderio esaudito che viverlo in un sogno?

2. MEDITARE

“Di fatto difficilmente è possibile veder dirompere le più straordinarie energie della mente se il corpo non è immobile e le porte dei sensi chiuse al mondo esterno.” (Neville)
Neville parla del raggiungimento di una sorta di “sogno lucido” nel quale si è in grado di mantenere il sentimento in cui si avverte il desiderio esaudito senza le distrazioni del sensi corporei; privati degli stimoli sensoriali ci si connette in maniera più profonda con la propria capacità di manifestazione.
“E’ uno stato nel quale si è coscienti e appena in grado di muoversi o aprire gli occhi ma semplicemente non si desidera farlo.” (Neville)
“Il dormiveglia facilita il cambiamento perché induce uno stato di attenzione senza sforzo alcuno ma non deve esser spinto fino al sonno perché a quel punto viene perso il controllo. Il modo più efficacie per materializzare un desiderio è di sentirlo già realizzato e quindi, in uno stato di rilassato dormiveglia, ripetere poche parole, come una cantilena. Dire “Grazie, grazie, grazie” rivolgendosi ad un Potere Superiore e ringraziandolo per aver esaudito il proprio desiderio.” (Neville)
“Si può cambiare il proprio futuro controllando i propri pensieri poco prima di addormentarsi perché in quel momento lo sforzo è ridotto la minimo e l’attenzione rilassata ma controllata dal sentimento, senza sforzo cosciente.” (Neville)
“Quando il corpo è immobile bisogna percepirsi agire dall’interno del proprio corpo fisico. Se si vorrà camminare come salire le scale, non bisognerà immaginarsi nell’atto di camminare o salire le scale ma provare le sensazioni che si provano camminando o salendo le scale.” (Neville)
“L’altro modo di pregare è semplicemente sentirsi grati. Se desidero qualcosa per me stesso o per qualcun altro, immobilizzo il mio corpo e, spingendomi in uno stato vicino al sonno, provo gioia e gratitudine. Quindi mi addormento con la mente assorbita nella sensazione di aver appagato il mio desiderio.” (Neville)

3. VISUALIZZARE
“Adesso spiegherò cosa intendo per Sensazioni Spirituali. Immaginate di tenere in mano una rosa ed annusarla, ne sentite il profumo? Bene, se di fatto la state solo immaginando cosa state odorando? Attraverso le Sensazioni Spirituali (vista, udito, olfatto, gusto e tatto immaginari) siete in grado di regalare vividità sensoriale a ciò che immaginate. Facendo questo, l’intero Universo cospirerà per aiutarvi e, di riflesso, scoprirete quanto sono sottili le trame che conducono al raggiungimento del vostro obiettivo.” (Neville)
Più sensi riusciamo a coinvolgere mentalmente meglio riuscirà il processo di visualizzazione, qualsiasi cosa può aiutarci in questo. Se volete trasferirvi in una nuova città, portate sempre con voi una fotografia di questa città. Durante la giornata ogni tanto fermatevi e date un’occhiata alla fotografia immaginando cosa provereste se viveste lì – guardatevi intorno nelle strade, annusate gli odori nell’aria sentendone temperatura ed umidità, ascoltatene i suoni.
“Per mezzo delle Sensazioni Spirituali – vista, udito, olfatto, tatto e gusto immaginari – darete alla vostra fotografia la necessaria vividità sensoriale per riflettere quell’immagine nel mondo fisico fuori di Voi.” (Neville)
“Il mondo è uno specchio nel quale ognuno vede riflesso sé stesso. Il mondo fisico riflette le credenze della mente dell’uomo. C’è chi è più portato per le immagini visive, chi per immaginare i suoni, altri ancora per visualizzare i movimenti. Cominciate coltivando la forma di attività mentale che trovate più congeniale per focalizzare tutta la Vostra attenzione in una direzione, finché riuscirete ad utilizzare tutte le Sensazioni Spirituali contemporaneamente.” (Neville)

4. PREGARE IN OGNI MOMENTO
“In ogni istante della Vita, che se ne sia coscienti o meno, si prova un sentimento.” (Neville)
Quando si comprende che in ogni istante si assume un determinato stato mentale, si vede immediatamente l’importanza di tenere sotto controllo la propria mente ed i propri pensieri. E’ controproducente consentire alla nostra mente di indulgere in pensieri negativi o improduttivi.
Neville chiama questa attenzione “investire nei propri pensieri”. Abitualmente la mente rimbalza da un pensiero all’altro sulla base di spunti associativi, “investire nei pensieri” significa tenerli sotto controllo. Riuscire a mantenere a lungo e frequentemente lo stato mentale prefissato è garanzia di una rapida manifestazione del proprio desiderio.
“Il desiderio che si realizza ha sempre catalizzato molta attenzione perché un’idea prende forza proporzionatamente al grado di attenzione che gli si rivolge.” (Neville)
“Diventiamo ciò che desideriamo ricordandoci costantemente i nostri obiettivi ed identificandoci con questi.” (Neville)
“E’ necessario definire un preciso obiettivo o diversamente la mente continuerà a vagare e vagando farà proprio ogni suggerimento negativo che troverà sul suo cammino.” (Neville)
“Una volta che si prova il sentimento con il quale si riconosce appagato il proprio desiderio, non bisogna considerare l’esperienza terminata ma portarla con sé quasi fosse un fragrante profumo.
Anziché dimenticare il lavoro svolto è necessario che rimanga nell’aria a condizionare ogni nostra azione o reazione.” (Neville)
“Riempite la vostra mente con una sola sensazione e camminate come se i vostri desideri fossero già realtà.” (Neville)
“Se volete pregare con successo, un solo sentimento deve dominare la vostra mente.” (Neville)
“Un pensiero ardente e concentrato, focalizzato in un’unica direzione, mette a tacere ogni altra sensazione e la fa scomparire. Dovete solo concentrarvi su ciò che desiderate per vederlo realizzato.” (Neville)
“Riconoscendo la potenza del sentimento, dovete sempre porre molta attenzione al vostro stato d’animo ed ai vostri atteggiamenti.” (Neville)
“Tutto quanto viene detto e fatto nella propria testa è di gran lunga più importante delle proprie azioni nel mondo fisico, e può essere cambiato. Se non si sono mai osservate in maniera acritica le proprie reazioni agli accadimenti della Vita significa che non si è a conoscenza della loro causa. Ma quando si prende coscienza dei propri pensieri allora li si può cambiare.” (Neville)
“La padronanza e l’autocontrollo dei propri pensieri e sentimenti è la massima conquista umana.
Tuttavia, fintanto che non si raggiunge un autocontrollo tanto raffinato da riuscire a provare sempre ciò che si desidera provare, sono utili il sonno e la preghiera per riuscire a raggiungere lo stato desiderato. Queste sono le due porte che conducono all’inconscio.” (Neville)
“L’uomo dotato di una disciplina perfetta non si abbandona mai ad un sentimento che non contribuisca alla sua felicità.” (Neville)

5. PROVARE IL SENTIMENTO
“Bisogna provare il sentimento caratteristico della realizzazione del proprio desiderio fintanto che se ne è posseduti e questo sentimento affolla ogni altra idea che si presenta alla coscienza.” (Neville)
“Se si desidera veramente qualcosa, quando la si ottiene si raggiunge una sorta di picco emozionale. Immaginando di ricevere ciò che si desidera, si può concentrarsi su questo stato emotivo ed amplificarlo fino a che l’unica cosa di cui si ha coscienza sia questo meraviglioso sentimento di realizzazione.” (Neville)
“Nella mente di ogni uomo c’è una precisa sensazione associata ad ogni singola idea.” (Neville)
“Il sentimento è l’unico mezzo che consente alle idee di essere condotte nell’inconscio. Ne segue che colui che non ha il controllo sui propri sentimenti può facilmente portare l’inconscio in stati indesiderati. Controllare i propri sentimenti non significa limitarli o sopprimerli ma piuttosto disciplinarsi al fine di immaginare e concepire solo i sentimenti in grado di contribuire alla propria felicità.” (Neville)
“Qualsiasi cosa la mente conscia di un uomo può concepire e sentire come vero, l’inconscio può e deve conseguentemente manifestarlo.” (Neville)
“Ogniqualvolta ci si trova completamente immersi in uno stato emotivo, si sta assumendo, in quel preciso momento, un sentimento di appagamento di quello stato. Se si mantiene quello stato, qualsiasi cosa su cui si ha riversato carica emotiva si manifesterà nel mondo fisico. I primi momenti di profondo interesse, durante i quali la propria attenzione si concentra, sono l’inizio di quanto si raccoglierà successivamente. Durante questi istanti si esercita il Potere Creativo, l’unico che esista veramente.” (Neville)
“Il sentimento è il segreto affinché una preghiera venga esaudita. E’ necessario sentirsi nella situazione in cui la propria preghiera ha avuto risposta, vivendo e comportandosi sulla base di questa convinzione. Il sentimento dispiega lentamente le nascoste capacità dell’Animo, è il lievito senza il quale non è possibile alcuna creazione.” (Neville)

6. RIMUOVERE LA NEGATIVITA’
“Si sfrondi la propria immaginazione distogliendo l’attenzione da tutte le idee spiacevoli e distruttive e concentrandosi su ciò che si desidera ottenere.” (Neville)
Uno dei temi fondamentali insegnati nella Scuola è la rimozione della negatività. La negatività, nella quale spesso ci si concede di indulgere, impedisce alla propria energia di elevarsi sopra il livello di base dei quotidiani drammi umani. La negatività sulla quale si pone la propria attenzione, attraverso la Legge della Manifestazione, si farà strada nella vostra Vita e perpetuerà condizioni avverse. Questo è un punto di partenza privilegiato dal quale cominciare a mettere in pratica il lavoro di Neville assumendo una prospettiva positiva e vedendo il meglio in ciascuno ed in ogni cosa indipendentemente dalle nostre credenze.
Da adesso in poi, quando vi sentirete prossimi ad abbracciare un pensiero od un’emozione negativa, sentirete tutta la vostra forza nel poter scegliere con cosa nutrire la vostra mente. Vi renderete conto che avete veramente la capacità di apportare dei cambiamenti in voi stessi e nella vostra Vita, state cominciando ad osservare gli automatismi nel vostro comportamento e diventare coscienti di questo processo.
“Cominciate con il disciplinare la vostra mente osservando i vostri pensieri, guardateli durante l’intero corso della giornata e rifiutatevi di accettare qualsiasi pensiero che non sia carico di Amore.” (Neville)
Un altro buon motivo per eliminare ogni forma di negatività è l’effetto boomerang di quella che Neville chiama la REGOLA D’ORO.
“L’avvertimento è stato dato agli uomini per mezzo della famosa REGOLA D’ORO: fate agli altri ciò che vorreste fosse fatto a voi. Potreste desiderare qualcosa per voi stessi o per qualcun altro ma se il vostro desiderio riguarda qualcun altro assicuratevi che ciò che desiderate sia accettabile per quella persona. La ragione di questo avvertimento è che la vostra stessa coscienza coincide con Dio, colui che dispensa ogni cosa. Ne segue che ciò che sentite o credete vero per qualcun altro è un regalo che gli state facendo e un regalo che non viene accettato torna a chi lo ha donato. Siate quindi veramente sicuri che voi stessi desiderereste quel regalo perché se accettate come vera dentro di voi una credenza riguardo a qualcun altro ma lui non riconosce questa come una verità per sé stesso, allora questo regalo rifiutato si materializzerà nel vostro mondo. Abbiate sempre cura di intendere ed accettare vero qualcosa per qualcuno solo se lo desiderereste anche per voi stessi. In questo mondo state costruendo il Paradiso in Terra.” (Neville)
Quando si indirizzano pensieri negativi verso qualcun altro è molto probabile che ritornino al mittente ed almeno con una parte della negatività questo avviene regolarmente.
“Una persona che pensa con malizia di qualcun altro sarà ferito dai suoi stessi pensieri se non riesce ad accettare a livello inconscio l’altra persona. Ciò che seminate, raccoglierete. Inoltre quello che desiderate e credete per gli altri, può essere desiderato e creduto per voi – voi non avete il potere di rifiutarlo se chi lo ha desiderato per voi lo accetta come verità anche per sé stesso. La sola possibilità che avete per rifiutare qualcosa è essere incapaci di desiderarla per qualcun altro – dare presuppone la capacità di ricevere.” (Neville)
Diversamente quando si rivolgono pensieri positivi verso qualcuno è ragionevole aspettarsene i benefici.
“Tutto il bene che accettate come vero per gli altri non sarà manifestato solo da loro ma si realizzerà anche per voi, pienamente condiviso.” (Neville)

7. CONTROLLARE IL DIALOGO INTERNO
“Il vostro dialogo interno si manifesta continuamente in ciò che accade attorno a voi. Diventerete autodidatti quando imparerete a mettere in relazione gli accadimenti nel mondo con il vostro dialogo interno.” (Neville)
E’ importante rendersi conto dei pensieri che passano per la testa. Osservare la propria mente è difficile ma è un traguardo che può essere raggiunto attraverso un’osservazione distaccata del proprio Sé senza alcun giudizio.
“Un’osservazione acritica del dialogo interno dentro di noi ci rivela le credenze attraverso le quali vediamo il mondo.” (Neville)
“Prendetevi per mano e osservate i vostri pensieri e il modo che avete di reagire agli accadimenti, senza criticarvi. Non condannate i vostri pensieri ma mantenetene il controllo.” (Neville)
Si cominciate dall’osservare la negatività, è importante distogliere l’attenzione da tutti i pensieri negativi. Quando uno di questi trova posto nella nostra mente, anziché indulgere ed identificarvi con questo pensiero, allenatevi a spostare immediatamente la vostra attenzione su qualcosa di positivo. Si può approfittare di questo riflesso per ritornare all’IO SONO, alla propria idea di Dio o per cambiare la propria prospettiva cercando di trovare un aspetto positivo di qualcosa percepito come negativo.
“Per negare qualcosa bisogna distogliervi la propria attenzione. Rilasciando dalla propria consapevolezza un pensiero od un problema ci si confronta direttamente con la divinità che dimora nel proprio Sé che si chiama IO SONO.” (Neville)
“Dal momento che lo stato con cui ci identifichiamo si specchia nel nostro dialogo interiore, per cambiare lo stato che ormai fa parte di noi dobbiamo innanzitutto modificare questo dialogo interno.” (Neville)
“Fermate il vostro vecchio, meccanico e negativo dialogo interiore per cominciarne uno positivo e
costruttivo basato sulla premessa che i vostri desideri siano completamente soddisfatti.” (Neville) “Potete realizzare cose che sembrano miracoli semplicemente controllando il vostro dialogo interno e basandolo sulla sensazione che i vostri desideri siano esauditi.” (Neville)
“Tutti noi possiamo realizzare i nostri obiettivi con il saggio uso della mente e della parola. La maggior parte di noi è completamente ignara della propria attività mentale ma per vivere una Vita di soddisfazione bisogna esserne consci perché è questo dialogo interiore la causa di tutti gli accadimenti che si manifestano nella nostra Vita.” (Neville)

8. VIVERE IL MOMENTO PRESENTE

Tutto accade in questo preciso istante; persino quando si ricorda qualcosa, di fatto si sta vivendo nel presente una memoria di un evento passato. Ogni preghiera deve essere formulata al tempo presente: è necessario immergersi nella sensazione di provare il proprio desiderio realizzato nel momento che si sta vivendo, non in un qualche lontano futuro.
“Dovete sforzarvi di essere. Per poter fare è necessario prima innanzitutto essere. Il desiderare ardentemente sfocia definitivamente nell’essere.” (Neville)
“Quando dite IO SONO, state dichiarando voi stessi essere in prima persona e al tempo presente, non c’è alcun futuro. Riconoscersi nell’IO SONO significa aver coscienza del proprio essere, la consapevolezza è l’unica strada.” (Neville)
“Non visualizzate mai voi stessi in un lontano futuro nello spazio e nel tempo. Fate in modo che la
vostra azione avvenga nel Qui-ed-Ora! La differenza tra sentirvi agire qui ed ora e visualizzarvi in azione come in un film, fa la differenza tra successo e fallimento.” (Neville)

9. ATTENDERE IL TEMPO NECESSARIO
“C’è sempre un intervallo di tempo tra l’impressione e la sua espressione, tra la richiesta cosciente e la sua realizzazione. Questo intervallo è chiamato Sabath, il periodo della quiete e dell’assenza di sforzo.” (Neville)
Nel suo libro “La vostra Fede è la vostra Fortuna”, Neville mette in evidenza l’intervallo temporale
necessario ad ogni manifestazione. Per quanto il tempo non sia altro che un’illusione, vi ci dobbiamo confrontare fino al momento in cui non trascenderemo i limiti del mondo fisico. Il tempo necessario per manifestare qualcosa dipende dall’intensità del sentimento e dalla determinazione con cui si applica il praticante.
“Se ci si applica correttamente, un’azione immaginata si concretizza immediatamente nella realtà.
Diversamente si realizza nel corso di un processo temporale.” (Neville)
“Gli uomini sono schiavi del tempo al punto che, se raggiungono uno stato di coscienza appropriato
per realizzare nel mondo qualcosa di nuovo ma questo non si manifesta immediatamente, perdono
la Fede nella realizzazione della loro richiesta, vi rinunciano e si riportano nel loro precedente stato d’essere. Proprio a causa di questa limitazione tanto diffusa, è molto utile aspettarsi fin dall’inizio un determinato intervallo di tempo tra la richiesta e la sua manifestazione.” (Neville)
“Adesso la mia coscienza si sposta avanti nel tempo e lì si prepara a ricevere.” (Neville)
“Ben compreso questo, è opportuno decidere quale potrebbe essere un intervallo di tempo ragionevole necessario alla realizzazione del proprio desiderio. Non cercate di ridurre la vostra attesa perché siete ansiosi di ricevere quanto desiderate, scegliete un tempo che appaia naturale.
Nessuno può dirvi quanto dovrete aspettare, solo voi potete dire quanto dovrà prolungarsi la vostra attesa perché sia un evento naturale.” (Neville)
“Una consapevole fiducia in sé stessi riduce sempre considerevolmente il tempo di attesa. Colui che è abituato a grandi successi, si aspetterà manifestazioni molto più rapide di chi viene abitualmente sconfitto.” (Neville)

10. CORREGGERE I PROPRI RICORDI
Neville scrive che, se mai dovrà esser ricordato per qualcosa, sarà per la “Tecnica di Correzione”, si riferisce alla modifica, nella propria memoria, degli eventi della Vita vissuta. L’idea di base è trasformare un brutto ricordo di un nostro vissuto, indiscutibilmente negativo, in qualcosa di piacevole utilizzando la fantasia di un evento positivo.
La “Correzione”, utilizzata comunemente nel mondo della PNL e discussa anche da Seth, funziona sostituendo ad una memoria un evento immaginario ugualmente valido.
“La sera rivivete tutti gli episodi, gli eventi, le conversazioni e gli incontri della giornata. Nel ricordarveli, riscrivete quelli che vorreste cambiare correggendoli. Rivivete ogni scena fino al punto che appaia tanto reale da lasciarvi credere di averla realmente vissuta. Scoprirete che, revisionando le vostre giornate, i vostri domani cambieranno. Coloro con cui vi siete scontrati oggi, vi incoraggeranno domani perché avrete modificato la loro stessa natura – gli altri testimonieranno il cambiamento avvenuto dentro di voi, il diverso modo con cui appaiono ai vostri occhi.” (Neville)

LO STATO IN CUI SI HA TUTTO CIO’ CHE SI DESIDERA
Assumere uno stato di estasi sembra essere il modo più meraviglioso per avere tutto ciò che si può desiderare attraverso la preghiera; trattenendovi in questo stato vedrete il mondo esterno rifletterlo.
“Nel corso della giornata potete immaginare molte cose ma, invece di immaginare molte piccole cose, vi consiglio di immaginare qualcosa di tanto grande da includere tutte le piccole cose. Invece di immaginare abbondanza, salute e buone relazioni, immaginate di trovarvi in uno stato di estasi. Se siete in estasi non potete soffrire o esser spaventati e, al contrario, se non state sperimentando pieno Amore ed appaganti relazioni non potete trovarvi nello stato di estasi. Cosa provereste a trovarvi in uno stato di estasi senza sapere cosa vi ha condotto in questo stato? Riducete il concetto di estasi ad una sola sensazione: NON E’ MERAVIGLIOSO? Non permettete alla coscienza, la vostra mente razionale, di chiedervene la ragione perché, se comincerà a ricercarne le cause, perderete questa sensazione. Piuttosto continuate a ripetervi più e più volte NON E’ MERAVIGLIOSO? Sospendete ogni giudizio nel chiedervi cosa sia meraviglioso.” (Neville)

IL PROSSIMO PASSO
Per quanto abbiate avuto tutto quanto credevate di desiderare dalla Vita, ancora sentite che vi manca qualcosa.
“La sofferenza è insita nella natura di chi è fatto di carne ed ossa, questa è la strada dell’uomo.
Non cercate di migliorare la vostra Vita, commettereste un grave errore. Per quanto non ci sia
dubbio che, utilizzando il Pensiero Positivo e la vostra mente, voi potreste credere di migliorare la vostra Vita, dovete ricordare che vivete in un mondo di dualità: per ogni sopra c’è un sotto, per ogni passo avanti uno indietro, per ogni bene un male. Per questo, qualsiasi miglioramento possiate conseguire, durerà solo un istante per poi venir meno e voi tornerete miserabili quanto prima. Comincerete quindi di nuovo a combattere per i vostri diritti e lottare per la sopravvivenza, per poi tornare ad essere felici nel momento in cui otterrete ciò che desideravate. Siete come uno yo-yo, andate su e giù. E non importa quante volte io ve lo possa ripetere, andrete avanti inevitabilmente a comportarvi in questo modo.” (Robert Adams, “Il Silenzio del Cuore”) Ad un certo punto vi renderete conto che un reale senso di realizzazione non può provenire dall’esterno.
“Ma se ci metterete tutta la vostra volontà, se lo praticherete ogni qualvolta ne avrete l’opportunità e ne farete il primo obiettivo della vostra Vita, avrete risultati stupefacenti. Risultati stupefacenti. Ma dovrete metterlo al primo posto nella vostra Vita. Pensateci adesso. Cosa c’è ora al primo posto nella Vostra Vita? Non ditemelo ma pensatelo. Qual’è il vostro primo obiettivo? Potrete portarlo con voi alla vostra morte?” (Robert Adams, “Il Silenzio del Cuore”)

Neville spiega come i nostri veri obiettivi debbano essere qualcosa che trascenda il successo in
questo mondo fisico.
“Inizialmente ogni vostra impresa sarà un successo. I vostri guadagni aumenteranno e vi potrete permettere tutto quanto desiderate. Ma dopo un po’ di tempo vi renderete conto che state comprando solo dei giocattoli per divertirvi in attesa che lo spirito di Cristo si risvegli dentro di voi. A quel punto capirete che non vi trovate qui per accumulare una fortuna ma per redimere il mondo.” (Neville)
Il fine ultimo è l’unione con il divino, il risveglio del Cristo dentro di voi. Neville racconta in diversi
libri il giorno in cui si è “risvegliato dal sogno della Vita”. Una volta risvegliati non si avverte più la
necessità di accumulare beni materiali e l’interesse si sposta sul mondo interiore di cui quello fisico è solo un’ombra.
“Addomesticate la violenza che alberga in voi, trascendetela! Non lottate contro le avversità, si
limitano a riflettere il tumulto dentro di voi, il loro osservatore. Distogliete da loro la vostra attenzione come quando voltate la schiena a qualcosa che non volete guardare.” (Neville)
“E’ importante imparare a distinguere tra la propria identità (il proprio IO) e lo spazio che si occupa nel mondo fisico.” (Neville)
“Dio non si trova là fuori. Egli è nella vostra mente e sogna di essere voi.” (Neville)
“Riportate quindi in Vita il Perfettissimo provando il sentimento di essere il Cristo perché il Cristo è il concetto di Sé attraverso il quale vedere senza veli la realtà dell’eternità.” (Neville)
“Invece di credere in Dio o in Gesù, dovete credere di essere voi stessi Dio o Gesù.” (Neville)

"Il delfino" Sergio Bambarén -libro-

E’ la storia del delfino sognatore Daniel Alexander Dolphin che, anziché dedicarsi come fa tutto il resto del branco alla pesca quotidiana, preferisce giocare con le onde della barriera corallina. Cavalcare le onde è generalmente una passione da cuccioli che viene abbandonata con la crescita e il sopraggiungere delle preoccupazioni della vita da adulti. E’ per questa ragione che Daniel viene criticato e apostrofato come “perdigiorno” da tutti gli altri delfini. Poi incoraggiato dalla voce del mare che solo lui sente, abbandona la sicurezza della laguna per prendere il largo e inseguire il suo sogno: cavalcare l’onda perfetta.

Arriva un momento nella vita in cui non rimane altro da fare che percorrere la propria strada.
Al di là delle acque sicure del suo atollo scopre cose che non si possono vedere con gli occhi, ma solo con il cuore. Incontra creature marine fino a quel momento sconosciute per giungere poi a conoscere anche quella di cui dovrebbe diffidare: l’uomo.

È un piccolo libretto con il quale l’autore vuole trasmettere degli insegnamenti di vita di tutto rispetto: seguire il proprio spirito e i propri sogni nonostante sia spesso difficoltoso e fonte di disapprovazione da parte dell’ambiente in cui ci troviamo a vivere.

"...Tutti abbiamo i nostri sogni, pensò. L’unica differenza è che alcuni lottano, e non rinunciano a realizzare il proprio destino, a costo di affrontare qualunque rischio, mentre altri si limitano a ignorarli, timorosi di perdere quel poco che hanno. E così non potranno mai riconoscere il vero scopo della vita..."

lunedì 17 febbraio 2014

sabato 15 febbraio 2014

"Dhammapada" Buddha -libro-

Il Dhammapada, è una traccia dell'insegnamento di Gautama Buddha. Nell'intero vastissimo canone delle scritture buddiste, non abbiamo nulla che possiamo indicare con certezza come testuali parole del Buddha. Ma non c'è dubbio che questi testi, consegnati alla scrittura parecchio tempo dopo la morte dei maestro, riflettono lo sforzo devoto dei discepoli diretti e di quelli delle generazioni successive, di tramandare il più fedelmente possibile le parole del Buddha. Significativamente certi testi cominciano con le parole: «Così ho udito ... » É una locuzione che esprime insieme lo sforzo di fedeltà e l'umiltà di chi riferisce. Non 'così ha detto Buddha', ma 'così ho udito'. Fra il messaggio che viene dalla dimensione al di là della mente e quello che la mente è in grado di ricevere e di capire c'è uno iato: «Così ho udito ... »

Il Dhammapada è dunque un 'così ho udito'. É una raccolta, compilata parecchi anni dopo la morte di Buddha (probabilmente fra uno e quattro secoli), di aforismi tramandati e ricordati come parole del maestro. Non contiene nulla delle elaborate discussioni e narrazioni che caratterizzano i testi più estesi, Qui troviamo solo lapidarie e spesso poetiche affermazioni ed esortazioni, raccolte per temi (la consapevolezza, la mente, la gioia, il piacere, l’ira, eccetera). Questi 'temi' sono a volte solo metafore ricorrenti (i fiori, le migliaia, l'elefante); a volte è solo la presenza di una certa parola a giustificare la collocazione di un aforisma entro un certo tema. Non si può dire dunque che si tratti di una raccolta veramente organica. A volte, inoltre, è lecito supporre che strati di interpretazioni successive si siano sovrapposti a ciò che 'è stato detto'.

Ciononostante questa piccola raccolta contiene un tesoro inestimabile, ci comunica qualcosa del sapore dell'insegnamento di quest'uomo straordinario. In essa forse più che in ogni altro testo abbiamo la sensazione che Buddha stia parlando a noi direttamente, per 'ammonirci, guidarci, distoglierci dall'errore'. Ed è probabilmente questa qualità che ha fatto di questo libricino forse il più amato e il più letto dell'intero canone buddista.

Gautama Buddha, "l'illuminato"

Che cosa sappiamo della vita di Buddha? Come quella di tutti i fondatori di grandi religioni, essa è ampiamente circondata di leggende. Ma c'è ragione di ritenere che queste leggende contengano un nocciolo di verità e alludano a una personalità storica relativamente ben individuata.

La figura storica è quella del principe Siddhartha Gautama, nato nel 563 a.C., figlio del sovrano dei piccolo regno del clan Shakya, ai piedi dell'Himalaya, nella regione che è oggi al confine fra l'India e il Nepal. Era a quei tempi una regione prospera, a cavallo delle vie commerciali di accesso alla valle del Gange, che doveva quindi conoscere un notevole sviluppo urbano.

Buddha perciò crebbe in un ambiente ricco e raffinato, a contatto con quanto di meglio la cultura dei suoi tempi poteva offrire' Da questo mondo si staccò per diventare un 'monaco mendicante' (bhikkhu) e trascorse la seconda parte della propria vita in estrema semplicità, viaggiando per l’India e insegnando il cammino dei risveglio (Buddha è un appellativo che significa appunto 'risvegliato') a tutti coloro che si raccoglievano intorno a lui. Morì verso il 483 a.C.

Questo, a grandi linee, il nocciolo storico. Il resto di ciò che ci è stato tramandato di lui, appartiene piuttosto alla sfera del mito e della leggenda, e va in gran parte letto in chiave simbolica piuttosto che fattuale. Alcune leggende sono tuttavia significative e costituiscono suggestive illustrazioni del suo insegnamento.

Una di queste, è la storia secondo cui il giovane principe sarebbe stato tenuto accuratamente al riparo da ogni contatto con tutto ciò che nella vita umana costituisce debolezza, infermità, bruttezza, sofferenza. Per anni fu tenuto lontano da ogni esperienza riguardante la malattia o la morte. Ma un giorno egli convinse il suo auriga a portarlo a fare un giro fuori dalle mura del palazzo. In questa gita si imbatté prima in un malato, poi in una vecchia, poi in un cadavere. Questi incontri furono per lui una specie di rivelazione. Questa era dunque la realtà sottostante alle dorate apparenze della sua vita di svaghi e di piaceri. Il quarto incontro fu con un bhikkhu immerso in meditazione. L’immagine di quell'uomo restò impressa nella memoria del principe Siddhartha e fu come un presentimento del cammino che lui stesso avrebbe più tardi intrapreso.

Un'altra storia suggestiva riguarda l'illuminazione, il momento del risveglio. Lasciata la casa paterna, Siddhartha visse per anni nelle foreste, praticando forme estreme di ascetismo. Era questa una nobile e antica tradizione di ricerca spirituale: per ottenere la liberazione dalla ruota karmica, che ci tiene vincolati all'esistenza condizionata, e prigionieri della sofferenza, occorre andare al di là di ogni attaccamento, e questo era appunto il senso delle pratiche ascetiche degli eremiti della foresta. Siddhartha si dedicò dunque con estremo rigore a queste pratiche, digiunando, dormendo sulla nuda terra, meditando incessantemente, fino a ridursi allo stremo delle forze e a un soffio dalla morte. Invano, malgrado tutti i suoi sforzi, la porta della liberazione restava ostinatamente chiusa. Finché giunse a perdere ogni speranza. Capace appena di trascinarsi, si sedette ai piedi di un albero. Tutto era vano. Cessato ogni sforzo, caduto anche il desiderio della liberazione, si abbandonò semplicemente al puro 'esserci'. Senza più cercare nulla, senza più sperare nulla, senza più desiderare nulla, Siddhartha semplicemente restò seduto ai piedi dell'albero. Era la notte della prima luna piena di primavera. Una giovane contadina, scambiando quella figura per un dio, gli portò delle offerte di cibo. Poiché il suo digiuno non aveva più ragione di essere, Siddhartha mangiò, possiamo immaginare con un sano appetito. E restò seduto. In quell'abbandono una pace sconosciuta lo avvolse. La sua coscienza divenne un lago limpido e immobile, uno specchio vuoto. E quando la stella del mattino sorse sopra l'orizzonte egli non c'era più. La fiamma dell'esistenza separata si era spenta in lui. Ciò che pulsava in lui era il cuore dell'esistenza stessa. I suoi occhi erano diventati finestre sull'infinito. Non c'era più in lui alcuna resistenza all'infinita danza della vita/morte/vita. Nulla che si ponesse come separato rispetto al tutto. Non c'era più un io, ma solo una presenza, Buddha, 'il risvegliato'.

Secondo una leggenda sarebbe stato il dio creatore stesso, Brahma, a convincere Gautama Buddha a prendere la via dell'insegnamento, a cercare di indicare agli esseri umani il cammino della liberazione che egli aveva trovato. Questo divino intervento allude a una certa paradossale situazione in cui Buddha, come i mistici di ogni luogo e di ogni tempo, venne a trovarsi. All'esperienza sublime che trascende ogni esperienza, si accompagna la chiara realizzazione che questa perfetta beatitudine è la natura intrinseca di tutti gli esseri. Ogni essere umano, ogni essere senziente, è potenzialmente un Buddha. É un Buddha addormentato, un Buddha in attesa di svegliarsi. Il passo che conduce dalla sofferenza alla gioia è brevissimo, anzi, non è nemmeno un passo. E la beatitudine del Buddha è tanto grande, che vuole essere condivisa, trabocca, si riversa naturalmente verso tutti gli esseri viventi. Come non condividere con tutti questo destino sublime che appartiene loro di diritto?

Eppure, nello stesso tempo, e qui sta il paradosso, come condividerlo? Come comunicare un'esperienza che sta del tutto al di fuori della mente, una realtà che può solo essere sperimentata in uno spazio di non-mente? Con quali parole esprimere l'inesprimibile, quando la mente a cui il linguaggio appartiene è l'ostacolo stesso all'esperienza che si vuole comunicare? Ogni illuminato, a quanto pare, si trova di fronte a questo dilemma.

Bisogna perciò, secondo la leggenda, che sia un dio a spingere Buddha a tentare l'impossibile, a comunicare l'incomunicabile, a fare del suo stesso essere un invito, un dito che indica la luna. Il dito non è la luna e molti si attaccheranno al dito senza vedere la luna. Ma alcuni che hanno occhi per vedere, vedranno. E se anche un solo essere dovesse accogliere l'invito al risveglio, questo basterebbe a giustificare tutta una vita spesa a 'far girare la ruota del dharma', a parlare della legge eterna, dell'eterno essere-così delle cose.

venerdì 14 febbraio 2014

L'educazione dei bambini, Maria Montessori

Maria Montessori nasce a Chiaravalle (Ancona) il 31 agosto 1870 da una famiglia medio borghese. Trascorre l'infanzia e la giovinezza a Roma dove decide d'intraprendere studi scientifici per diventare ingegnere, un tipo di carriera che a quel tempo era decisamente preclusa alle donne. I suoi genitori l'avrebbero voluta casalinga, come la maggior parte delle donne della sua generazione.

Grazie alla sua ostinazione e all'ardente desiderio di studiare, Maria riesce però a piegare l'ottusità della famiglia, strappando il consenso per l'iscrizione alla facoltà di medicina e chirurgia dove si laurea nel 1896 con una tesi in psichiatria.

Per rendersi ben conto quale sforzo dovette costarle questo tipo di scelta e quali sacrifici dovette intraprendere, basti dire che, nel 1896, diventò la prima dottoressa d'Italia. Da qui inoltre si capisce come gli ambienti professionali in genere, e tanto più quelli relativi alla medicina, fossero dominati dagli uomini, molti dei quali, spiazzati e disorientati dall'arrivo di questa nuova "creatura", si presero gioco di lei arrivando persino a minacciarla. Un atteggiamento che purtroppo ebbe gravi ripercussioni sull'animo si forte tuttavia sensibile della Montessori, che prese a detestare gli uomini o perlomeno ad escluderli dalla sua vita, tanto che non arriverà mai a sposarsi.

I primi passi della sua straordinaria carriera, che la porteranno a diventare un vero e proprio simbolo e un'icona del filantropismo, la vedono alle prese con i bambini disabili, di cui si prende amorevolmente cura e a cui rimarrà affezionata per il resto della sua vita, dedicandovi tutti i propri sforzi professionali.

Intorno al 1900 inizia un lavoro di ricerca presso il manicomio romano di S. Maria della Pietà dove, tra gli adulti malati di mente, si trovavano bambini con difficoltà o con turbe del comportamento, i quali sono rinchiusi e trattati alla pari degli altri malati mentali adulti e in stato di grave abbandono affettivo.

L'eccezionale dottoressa, oltre alla profusione di amore e di attenzione umana che elargisce a queste povere creature, si rende ben presto conto, grazie al suo acume e alla già ricordata sensibilità, che il metodo di insegnamento usato con questo tipo di "pazienti" non è corretto, non è insomma adeguato alle loro capacità psicofisiche e alle loro esigenze.

Dopo numerosi tentativi, anni di osservazioni e prove sul campo, la Montessori arriva così ad elaborare un nuovo e innovativo metodo di istruzione per bambini disabili. Uno dei concetti basilari di questo metodo (che affonda comunque le sue radici all'interno dell'evoluzione del pensiero pedagogico), è centrato sulla constatazione che i bambini hanno fasi di crescita differenziate, all'interno delle quali sono più o meno propensi a imparare alcune cose per trascurarne delle altre. Da qui ecco allora una conseguenziale differenziazione dei piani di studio e di apprendimento, "tarati" sulle reali possibilità del bambino. Si tratta di un processo che oggi può apparire scontato, ma che ha richiesto un'evoluzione degli approcci pedagogici e una riflessione attenta, all'interno di questo pensiero, su cosa sia o non sia un bambino e su quali caratteristiche peculiari una creatura del genere, di fatto, abbia.

Il risultato di questo sforzo conoscitivo porta la dottoressa ad elaborare un metodo di insegnamento del tutto differente da qualsiasi altro in uso all'epoca. Invece dei metodi tradizionali che includevano lettura e recita a memoria, istruisce i bambini attraverso l'uso di strumenti concreti, il che dà risultati assai migliori. Viene rivoluzionato da questa straordinaria didatta il significato stesso della parola "memorizzare", parola che non vienne più legata ad un processo di assimilazione razionale e/o puramente cerebrale, ma veicolata attraverso l'empirico uso dei sensi, che comportano ovviamente il toccare e il manipolare oggetti.

I risultati sono talmente sorprendenti che, addirittura, in una prova controllata da esperti e dalla stessa Montessori, i bambini disabili ottengono un punteggio più alto di quelli considerati normali. Ma se la stragrande maggioranza delle persone si sarebbe ritenuta soddisfatta da un tale risultato, questo non vale per Maria Montessori che viceversa ha una nuova, propulsiva idea (da cui si può ben valutare il suo eccezionale spessore umano). La domanda di partenza che si pone è: "Perchè i bambini normali non possono trarre profitto dallo stesso metodo?". Detto fatto, apre allora una "Casa dei Bambini" nelle borgate di Roma, uno dei suoi primi centri.

Ecco cosa scrive, a proposito, un documento redatto dallo stesso Istituto Montessori: "Secondo Maria Montessori la questione dei bambini con gravi deficit si doveva risolvere con procedimenti educativi e non con trattamenti medici. Per Maria Montessori i consueti metodi pedagogici erano irrazionali perché reprimevano sostanzialmente le potenzialità del bambino invece di aiutarle e farle emergere ed in seguito sviluppare.

Ecco quindi l'educazione dei sensi come momento preparatorio per lo sviluppo dell'intelligenza, perchè l'educazione del bambino, allo stesso modo di quella del portatore di handicap o di deficit, deve far leva sulla sensibilità in quanto la psiche dell'uno e dell'altro è tutta sensibilità.

Il materiale Montessori educa il bambino all'autocorrezione dell'errore da parte del bambino stesso ed anche al controllo dell'errore senza che la maestra (o direttrice) debba intervenire per correggere.

Il bambino è libero nella scelta del materiale con il quale vuole esercitarsi quindi tutto deve scaturire dall'interesse spontaneo del bambino. Ecco quindi che l'educazione diviene un processo di auto-educazione ed auto-controllo".

Maria Montessori è stata anche scrittrice e ha esposto i suoi metodi e i suoi principi in numerosi libri. In particolare, nel 1909 pubblica "Il metodo della pedagogia scientifica" che, tradotto in numerosissime lingue, darà al metodo Montessori una risonanza mondiale.

Visse in diverse parti d'Europa prima di far ritorno in Italia, dopo la caduta del fascismo e la fine della Seconda Guerra Mondiale.

Muore il 6 maggio 1952 a Noordwijk, in Olanda, vicino al Mare del Nord. La sua opera continua a vivere attraverso le centinaia di scuole istituite a suo nome nelle più disparate parti del globo.

Durante gli anni '90 il suo volto è stato raffigurato sulle banconote italiane da Mille Lire, rimpiazzando quello di Marco Polo, e fino all'entrata in vigore della moneta unica europea.

giovedì 13 febbraio 2014

Il potenziale umano, Neville Goddard

Neville Goddard, nato nell’isola di Barbados nel 1905, è stato sicuramente uno dei più grandi maestri spirituali mistici del secolo passato.
Egli visse gran parte della sua vita negli Stati Uniti dove emigrò in gioventù alla ricerca di qualcosa più stimolante rispetto alla, seppur piacevole, monotona vita sull’isola natia.
Giunto in America studiò danza e recitazione aggregandosi così ad una compagnia di ballo che mise in scena spettacoli anche oltreoceano. Durante proprio uno di questi soggiorni in terra inglese conobbe uno scozzese il quale gli parlò per la prima volta dei poteri straordinari insiti nella mente umana. Ricevette in regalo molti libri dallo stesso, e quello fu il momento che diede la svolta nella vita del ragazzo.
Tornato in America, conobbe quello che diventerà il suo maestro, Abdullah, un eccentrico rabbino di origine etiope, il quale gli insegnò per sette anni i segreti della Kabbalah ebraica e del simbolismo biblico.
Da quel giorno Neville studiò, sperimentò e divulgò rendendo comprensibili, a tutti coloro che furono interessati, i metodi per prendere consapevolmente in mano le redini del proprio destino.
I suoi insegnamenti però, inaspettatamente presero una piega decisamente più spirituale, vivendo sulla propria pelle quattro ben definite esperienze mistiche. In futuro avrebbe scoperto che anche William Blake, attraverso le sue poesie ne celava il contenuto.

I suoi primi sforzi furono incentrati esclusivamente nello spiegare la LEGGE: essa conteneva i principi con cui l’uomo può rendere realtà i propri desideri tramite il potere dell’Immaginazione, personificata nella Bibbia con Gesù Cristo.
La seconda parte dell’insegnamento, adottata in età più avanzata a seguito delle esperienze mistiche vissute, virò decisamente sulla PROMESSA, ovvero la promessa fatta da Dio all’uomo nell’Antico Testamento e portata a compimento nel Nuovo.
Sperimentando la promessa Neville tese a tralasciare sempre più nelle sue conferenze la parte materiale, non curandosi che ciò avrebbe potuto allontanare una larga fetta del suo pubblico.

Tutti dovrebbero cominciare a fare buon uso dell’immaginazione, per sé e per gli altri. Siamo tutti una cosa sola, innumerevoli tralci della stessa vite.

Ci sono solo due cose di cui Dio prova disprezzo: che l’uomo mangi dall’albero del bene e del male, cadendo nel giudizio, e la mancanza di fede.
Neville asseriva che la vita è solo un gioco, ed il giocatore si trova esattamente dove si trova con il suo stato di coscienza.
La coscienza è l’unica realtà, chi ci circonda è lo specchio che ci mostra dove siamo.
Assassino, vittima, prostituta, monaco, ricco, povero, potente, schiavo, sono tutte parti che si interpreteranno lungo le nostre esistenze, un giorno perdoneremo anche gli atti più truci, perché la memoria delle vite precedenti riaffiorerà e capiremo che coloro che dobbiamo perdonare siamo solo noi stessi.

"Negli occhi dello sciamano" Huarache Mamami -libro-

Una storia intensa e coinvolgente, che parla di risveglio, di rinascita e di conquista di una nuova vita.

In pratica si tratta della particolare biografia dell'autore di questo libro, un uomo che, nato in un piccolo villaggio andino, ha ceduto alle lusinghe della civiltà occidentale.

Ma dopo anni trascorsi a Lima e aver realizzato in parte i suoi sogni di ragazzo, il suo corpo si ribella.
Fiaccato da una grave malattia, decide di fare ritorno al suo paese, tra quegli indios che sono la sua gente, che lui però vede come gente dalla conoscenza arretrata. Ma è proprio qui che, grazie alle sapienti cure del padre, recupera la salute. Ma la sua ripresa non è solo fisica.

Perché grazie a una conoscenza antica che credeva perduta, eredità delle antiche tradizioni sciamaniche, riscopre il potere dei sogni, l'importanza di saper ascoltare il proprio cuore più che la mente e il rispetto per la natura. D'ora in avanti questo sarà il suo credo.

E ora che, grazie anche all'incontro con un maestro spirituale andino, ha ritrovato la strada smarrita un tempo, lo attende un compito preciso: diffondere il messaggio che ha fatto proprio, e fornire agli uomini gli strumenti per stringere un nuovo patto con la "Pachamama", la Madre Terra. Perché solo traendo da essa la forza, il cuore dell'uomo tornerà puro e riscoprirà la vera felicità, contribuendo allo stesso tempo a rendere questo mondo migliore.

Gregg Braden, la fisica quantistica

Gregg Braden è autore di best seller internazionali ed è rinomato come pioniere nel tracciare un ponte tra scienza e spiritualità.

Grazie ai suoi viaggi nei remoti villaggi montani, monasteri e templi del passato, uniti al suo background nelle scienze meccaniche, si è specializzato in modo unico nel saper portare alla ribalta i benefici delle tradizioni del passato nella nostra vita di oggi.

In quei luoghi visitati, per più di 20 anni Gregg Braden ha svolto le sue ricerche ricercando e studiando testi dimenticati per scoprire il loro segreti senza tempo. La solitudine delle montagne del New Mexico e le coste a sud della Florida sono i luoghi da cui Braden trae ispirazione e in cui si sposta con la propria famiglia.

La sua abilità nel trovare soluzioni innovative a problemi complessi, lo portò con successo a una carriera dedita alla risoluzione delle problematiche di molte grandi aziende.
Nel 1991 divenne il primo Technical Operation Manager per l'innovazione della rete Cisco Sistems, dove curò lo sviluppo del team di supporto globale che assicurò l'affidabilità dell'odierno internet. Le crisi globali del tardo 20° secolo lo ispirarono a lasciare il lavoro nelle Aziende e a cominciare una ricerca a tempo pieno per trovare le soluzioni che lui ritiene siano contenute nei più antichi documenti sepolti nel nostro passato, documenti trovati e analizzati con cura.

Designer esperto di sistemi informatici, geologo informatico e supervisore operativo tecnico, Gregg Braden è oggi considerato un’autorità nel collegare le conoscenze del passato con la scienza, la medicina e la pace del nostro futuro.

Nei suoi numerosi libri si avventura oltre i confini della scienza e della spiritualità, offrendo soluzioni colme di significato per vincere le sfide del nostro tempo.

Ad oggi il suo lavoro lo ha condotto a scrivere libri tali da frantumare i paradigmi, come: L'Effetto Isaia, Il Codice della Vita, La Scienza Perduta della Preghiera, la Matrix Divina, La Guarigione Spontanea delle Credenze, Il Codice del Tempo, La Verità Nascosta.

"Gregg Braden è una rara miscela di scienziato, visionario e studioso con l'abilità di parlare alle nostre menti, toccando la saggezza dei nostri cuori..."
Deepak Chopra

mercoledì 12 febbraio 2014

La danza dei Dervisci rotanti -i Sufi-

La danza dei dervisci rotanti chiamati anche “semazen” è dichiarato dall’UNESCO Patrimonio dell’umanità, un misto di arte e forte spiritualità. La parola “derviscio” ha acquistato il significato di “colui che cerca il passaggio”, ossia  la soglia, l’entrata che porta da questo mondo materiale ad un differente mondo spirituale.

Esistono varie confraternite sufi, tra cui  l’Ordine dei Mevlevi, in Turchia, che  pratica la celebre danza dei Dervisci Rotanti. Il fondatore della confraternità dei sufi anatolica è Gialal al-Din Rumi, vissuto nel XIII sec a Konya. La sua vita è stata totalmente dedicata alla ricerca dell’illuminazione religiosa.

Il giorno della morte di Rumi è chiamato Şeb-i Arus ed è commemorato il 17 dicembre in Turchia con varie manifestazioni. Mevlana ha lasciato un enorme numero di opere in prosa e in poesia e una confraternita che è arrivata fino ai giorni nostri. I suoi discendenti infatti vivono tuttora in Turchia, dove hanno fondato un’organizzazione al fine di proteggere questa grande tradizione.

Questa è più una filosofia estremamente umanista che un ramo della religione. Infatti se avete l’occasione di trovarvi alle cerimonie Seb-i Aruz a Konya nella settimana del 17 dicembre vi sorprenderete nel vedere la gente di tutto il mondo.

Rumi dice in una delle sue celebrissime frasi:
“Vieni, vieni, vieni.., non importa se sei un ateo, se sei uno che adora i totem, vieni, il nostro non è una compania di disperazione, vieni anche se hai giurato mille volte e mille volte hai rotto il tuo giuramento, vieni..”.
Da come si capisce da questa frase, le porte della confraternità fondata da Rumi sono aperte a tutti coloro che vogliono camminare sulla via dell’amore, amore per tutti i creati da Dio, a tutte le persone a prescindere dalla razza, dalla religione, dal passato vissuto.

Io personalmente leggendo Mesnevi, l’opera più importante di Rumi, posso dire che egli aveva ben chiaro il concetto dell’unione, che tutto è  legato  a tutto, del quale parlano ultimamente i fisici quantistici.

Il sufismo espone un’interpretazione dell'Islam che è focalizzata sull’amore, tolleranza, sviluppo della comunità, e sviluppo personale attraverso l’auto-disciplina e responsabilità. Il modo di vivere di un Sufi è amare e essere al servizio dell’umanità, abbandonare l’ego e tutta la illusine per raggiungere la maturità e la perfezione e finalmente raggiungere Dio.

Come possiamo notare in un’altra frase molto celebre di Rumi, i concetti della tolleranza, purezza e trasparenza sono molto importanti nella filosofia sufista; ” sii come il fiume nella generosità, sii come il sole nell’affetto, sii come la notte nel coprire i peccati altrui, sii come un morto nella rabbia, sii come la terra nell’umiltà, sii come il mare nella tolleranza, qualunque cosa tu sia, o appari come sei o sii come appari.”

"Pensa e arricchisci te stesso" Napoleon Hill -libro-

Questo libro può essere considerato a tutti gli effetti IL libro di Crescita Personale per eccellenza; non solo perché è stato il primo nel suo genere, ma anche perché gran parte dei concetti espressi all’interno delle sue pagine sono stati ripresi (copiati) dalle centinaia di libri di self-help scritti nell’ultimo secolo.

Si tratta del best seller di Napoleon Hill: Pensa e Arricchisci Te Stesso.

Napoleon Hill è stato uno scrittore e saggista statunitense, considerato a tutti gli effetti il capostipite del moderno genere letterario del miglioramento personale.

Come ogni storia di successo che si rispetti, Napoleon Hill nacque in povertà, in una catapecchia nel comune di Pound in Virginia. Sua madre morì quando aveva dieci anni e suo padre si risposò due anni più tardi.

Appena adolescente cominciò a scrivere per un piccolo giornale locale, risparmiando i soldi per il college, che però fu costretto ad abbandonare per motivi finanziari. Il punto di svolta nella sua carriera arrivò nel 1908, quando gli venne affidato il compito di intervistare l’industriale Andrew Carnegie, per una serie di articoli su uomini famosi e di successo.

Hill scoprì che Carnegie credeva nel processo del successo e nella sua replicabilità: praticamente il fondamento della moderna crescita personale. Colpito dal giovane Hill, Carnegie gli commissionò, senza pagarlo ed offrendogli solo delle lettere di referenza, di intervistare oltre 500 uomini e donne di successo, molti di loro milionari, al fine di scoprire e pubblicare questa formula del successo.

Dopo più di vent’anni di interviste, studi e ricerche, Hill raccolse tutto ciò che aveva scoperto nel suo best seller più famoso: Pensa e Arricchisci Te Stesso.

Il concetto chiave di questo libro è il seguente: se la mente è in grado di concepire un’idea, allora questa idea può essere tramutata in realtà. Ed egli spiega i 13 passi per arrivare a compiere tutto questo, anche attraverso gli esempi dei personaggi famosi su cui si sono basate le sue ricerche.

Gialal al-Din Rumi, il Sufismo

Vissuto nel 1200, egli fu il fondatore della confraternita sufi dei "dervisci rotanti", ed è considerato il massimo poeta mistico della letteratura persiana.

Egli nella sua vita fu trasmettitore di una profonda conoscenza che forse solo ora si sta iniziando a comprendere nella pienezza dei suoi significati.
Di seguito vi riporto alcune sue citazioni di incredibile intensità:

"Le cose hanno molti Nomi, ed essi, dopotutto, sono solo invenzioni dell'uomo.
Se ti attieni ai nomi, perdi di vista l'Uno. I nomi sono tanti, mentre l'Uno è unico. E' questo l'albero della vita che stavi cercando.
Avendo preso il tuo compito alla lettera sei stato fuorviato dall'attaccamento ai nomi e hai quindi fallito la tua ricerca.
L'albero della vita è ovunque; talvolta viene chiamato "sole", o anche lago, nuvola. Ma puoi denominarlo anche mare, sabbia o vento... oppure Eternità.
In ognuno di esso trovi l'albero della vita.
Ciò che chiami Padre è , per un altro, il Figlio".
Ti do un indizio:
Se frugherai nel tuo stesso cuore potrai scoprire le radici dell'albero della vita."

"TU SEI IL TUO PENSIERO
Se pensi alle rose, sei un giardino di rose."

"La verità era uno specchio che cadendo dal cielo si ruppe… 
Ciascuno ne prese un pezzo e vedendo riflessa in esso la propria immagine , credette di possedere l’intera verità…"

"LE VIE SONO DIVERSE, LA META E' UNICA. NON SAI CHE MOLTE VIE CONDUCONO A UNA SOLA META? LA META NON APPARTIENE NE' ALLA MISCREDENZA NE' ALLA FEDE; LI' NON SUSSISTE CONTRADDIZIONE ALCUNA. QUANDO LA GENTE VI GIUNGE LE DISPUTE E LE CONTROVERSIE CHE SORSERO DURANTE IL CAMMINO SI APPIANANO; E CHI SI DICEVA L'UN L'ALTRO DURANTE LA STRADA "TU SEI UN EMPIO" DIMENTICA ALLORA IL LITIGIO, POICHE' LA META E' UNICA".

Hanno detto:"Da ogni parte c'è la luce di Dio".
Ma gridano gli uomini tutti: "Dov'è quella luce?"
L'ignaro guarda a ogni parte, a destra, a sinistra; ma dice una Voce:
Guarda soltanto, senza destra e sinistra!".

Vangelo di Tommaso

Il Vangelo secondo Tommaso, è un vangelo apocrifo che raccoglie 114 detti di Gesù.
Il testo completo del vangelo è conservato in un manoscritto papiraceo in lingua copta scoperto nel 1945 a Nag Hammadi, in Egitto; tale codice, legato con un metodo ora noto come legatura copta, risale al 340 d.c. circa.

Molte scoperte attuali della Fisica quantistica, che mostrano quanto le emozioni possano influenzare la realtà esterna, erano già state dette o scritte in molte tradizioni spirituali antiche.

Il pensiero (nella mente) genera emozioni (nella pancia) e produce onde elettromegnetiche attraverso il cuore (il più potente generatore di onde elettromagnetiche in natura), della stessa natura della materia, modificandola.

Ad esempio nel Vangelo di Tommaso, tale concetto è ripetuto ben due volte:

“Quando farete dei due (pensiero ed emozioni) uno, diventerete figli dell’Uomo, e quando direte alla montagna ‘spostati!’, essa si sposterà”.
Vangelo di Tommaso (v. 106)

oppure:

“Se due (pensiero ed emozione) fanno pace in una stessa casa (l’essere umano) diranno alla montagna ‘Spostati!’ e quella si sposterà.”
Vangelo di Tommaso (v.48)

martedì 11 febbraio 2014

La rete di Indra

Una rappresentazione simbolica della visione Buddhista dell’Esistenza è quella della rete di Indra.

L’Universo è una rete in cui ad ogni nodo è posto un diamante purissimo, che contiene e riflette in sé tutto il resto della rete. Ogni nodo corrisponde a ogni singolo elemento dell’Universo, pianeti, galassie, esseri umani, animali, ogni cosa. Nella rete ogni elemento è collegato agli altri, una cosa che accade in un punto non è casuale o slegata dal resto, e conseguenza di milioni di altre cose e cause interconnesse attraverso la rete. Se facciamo il male, il male si propaga nella rete e alla fine ci ritornerà indietro con gli interessi. Se facciamo il bene, avverrà la stessa cosa. Se coltiviamo pensieri negativi, propaghiamo la negatività nell’Universo e riceveremo negatività di ritorno, se coltiviamo pensieri positivi, propaghiamo positività in tutta la rete e ne riceveremo l'onda di ritorno. Ogni cosa è interconnessa, ogni cosa che avviene dipende da una catena di causa ed effetto ben determinata. Niente è isolato, casuale o indipendente, tutto è interconnesso, relativo, dipendente.

Le ultime scoperte della meccanica quantistica certificano la verità contenuta in questi antichi insegnamenti: le più piccole particelle dell'atomo, anche dopo essere state separate, comunicano tra loro in tempo reale! E, ancor più strabiliante, reagiscono allo sguardo dello sperimentatore che quindi non è piú, come la scienza classica pensava, solo un esecutore dell'esperimento che osserva i risultati, ma co-partecipa al risultato stesso.

Nuovi risultati a cui la scienza sta arrivando, con i suoi tempi... ma conoscenze che gli antichi già possedevano senza bisogno di ricorrere alle conferme della scienza.

"La via del cuore" Osho -libro-

«Il genere umano si sta avvicinando a un momento assolutamente unico, in cui potrà fare un balzo quantico. E ciò accadrà soprattutto in Occidente, perché là si è raggiunto un sufficiente grado di benessere, la povertà non è più una regola e la gente può pensare a cose più elevate. E volgere lo sguardo alle stelle.»

Con queste parole di grande ottimismo Osho commenta l'arrivo del terzo millennio, epoca in cui, secondo lui, potrà nascere l'Uomo Nuovo. Il maestro di spiritualità prefigura un uomo finalmente consapevole e capace di realizzare le sue più alte aspirazioni.

In queste pagine egli affronta i temi più importanti della nostra vita - l'amore, l'educazione, la morte - aiutandoci a sviluppare le nostre potenzialità e ad avvicinarci agli altri con sensibilità nuova. Un viatico di riflessioni, profonde ma al tempo stesso assai concrete, per affrontare il nuovo millennio.

Osho, la conoscenza dell'India

Osho ha dedicato la sua vita allo studio dell’uomo, della sua struttura, delineando un processo di coscienza capace di far uscire alla vita quanti si sentono troppo stretti in quegli abiti ideologici e tradizionali che ancora ci determinano, ma che l’occhio della ragione riconosce essere ormai vecchi ed obsoleti.
Sperimentando su di sè le proprie comprensioni, Rajneesh (questo il suo vero nome) visse, all’età di 21 anni, quella realizzazione esistenziale che l’Oriente conosce come “illuminazione” e che può essere descritta come “l’erompere dell’individuo fuori da ogni mappa mentale, nel libero territorio della realtà della vita”.

Per condurre altri a questa stessa apertura della coscienza, Osho creò nel 1974 a Poona, in India, una “multiversità” che con gli anni si è affermata come un prezioso laboratorio di crescita nel quale ancora oggi si lavora e si vive, e dove vanno quanti trovano in questo contesto gli strumenti a loro necessari per una vera realizzazione del proprio “potenziale umano”.

Il 27 febbraio 1989 i suoi sannyasin decisero all’unanimità di chiamarlo “Osho”, nome che deriva dal termine “Oceanico”, coniato dal filosofo William James e da lui stesso usato per indicare quel “dissolversi nell’oceano dell’esistenza” proprio alle varie forme dell’esperienza religiosa.

“Osho” indica colui che vive quell’esperienza di appartenenza al Tutto e che, proprio per le sue peculiarità, lo rende a pieno diritto un Maestro di Realtà.

giovedì 6 febbraio 2014

"La voce della conoscenza" Don Miguel Ruiz -libro-

Fondato sull'antica saggezza tolteca, questo testo vuole insegnare a recuperare la fiducia nella verità e a ritornare al vero "buon senso".

"Siamo nati nella verità, ma siamo cresciuti nelle menzogne... Una delle menzogne più grandi della storia dell'umanità è quella della nostra imperfezione". 
Don Miguel Ruiz

Molto spesso si parla di pace interiore abusando di quest'espressione e applicandola ai concetti più disparati.

E non è raro incontrare chi promette "pace interiore" per poi distribuire nient'altro che palliativi. Don Miguel Ruiz, autore del best-seller I quattro accordi, riesce a non cadere in queste trappole e con la sicurezza che solo un'elevata condizione spirituale trasmette, va alle origini della pace interiore, ossia di quel sentimento che nasce unicamente dalla conoscenza della verità.

È una verità semplice e profonda quella che Miguel Ruiz ci ricorda in questo libro: l'unico modo per mettere fine alla sofferenza emotiva e ritrovare la gioia di vivere consiste nello smettere di credere alle menzogne, soprattutto alle menzogne che abbiamo accettato riguardo a noi stessi. Prendendo come spunto il mito di Adamo ed Eva e ripercorrendolo da un diverso punto di vista, Miguel Ruiz ci dimostra come all'alba della sua esistenza l'umanità possedesse un grande dono: quello dell'innocenza.

Attraverso questo dono, l'uomo percepiva tutto come puro amore e le sue azioni erano dettate dal rispetto verso ogni cosa.

Ma nel momento in cui l'uomo mangiò la mela, fece entrare dentro di sé la menzogna, che gli offuscò la capacità di vedere la verità. Fondato sull'antica saggezza tolteca, La voce della conoscenza è dunque un testo rivoluzionario che ci insegna a recuperare la fiducia nella verità e a ritornare al vero "buonsenso", a quello stato che, come umanità, possedevamo prima di abbandonarci al mondo della menzogna.

Attraverso i suoi profondi insegnamenti e le sue parole vibranti di saggezza, Miguel Ruiz cambia il nostro modo di percepire noi stessi e gli altri, aprendo una porta su quella realtà che abbiamo conosciuto all'età di uno, due anni: una realtà fatta di verità, d'amore e di gioia.

mercoledì 5 febbraio 2014

"Il piccolo principe" Antoine de Saint-Exupéry -libro-

Il racconto contenuto ne “Il piccolo principe” parla del viaggio del piccolo principe, che per conoscere l’universo vaga da un asteroide all’altro. E durante il suo cammino incontra individui strani, ognuno con delle caratteristiche particolari, che non si possono non ricordare: un re triste perché non ci sono uomini a servirlo, un ubriacone che continua a bere per non provare la vergogna di bere, un uomo che accende e spegne continuamente i suoi lampioni. Dietro le storie di queste persone si nascondono i vizi e le virtù di ogni uomo e il passo successivo che si deve compiere per migliorarsi e stare in armonia con gli altri e con se stessi.
Quello che traspare dal libro “Il piccolo principe”, che ha segnato generazioni con il suo significato tangibile, è come gli uomini crescendo riescano a perdere il candore e il contatto con le cose importanti, non cogliendo più il senso di ciò che possiedono, che vivono e provano.

“Il piccolo principe” di Antoine de Saint-Exupéry è un romanzo fantastico, che senza pretese cerca di essere d’insegnamento alle persone che lo leggono, evidenziando degli aspetti importanti. Il significato del libro “Il piccolo principe” sta nello spiegare i valori: la purezza, l’armonia e l’amore per l’universo oltre che per tutti gli esseri viventi che lo popolano.

Nulla succede per caso, la Sincronicità

La sincronicità è un insieme di eventi, apparentemente sconnessi fra di loro, che accadono insieme e che sembrano, in superficie, soltanto delle coincidenze significative.
Se osserviamo a ritroso la nostra vita, vedremo quante di queste coincidenze significative si siano verificate per condurci dove siamo ora. Ogni relazione, ogni fatto, ogni evento sono strettamente interconnessi fra di loro e complici di un obiettivo elevato, che nella maggior parte dei casi ci sfugge.
Per comprendere la nozione di sincronicità e vederla in atto nella realtà, dobbiamo rinunciare ad alcune delle nostre convinzioni più radicate: l’idea di coincidenza fortuita, di errore e quella che gli esseri umani siano imperfetti. Il principio che ogni singolo avvenimento e ogni singola persona siano collegati può sembrare difficilmente accettabile. La maggioranza di noi è incline a rimanere fedele all’idea di casualità e di errore. Raramente prendiamo in considerazione la possibilità che ogni cosa nel nostro universo, che funziona in modo perfetto, funzioni anch’essa perfettamente.
Più abbandoniamo la rigidità e ci lasciamo fluire, più sperimentiamo queste cose. Fanno parte della misteriosa perfezione dell’esistenza.
Il termine sincronicità è stato coniato da Carl Gustav Jung. Egli ha descritto la sincronicità come “il verificarsi simultaneo di due eventi legati per significato ma non casualmente” e ha avanzato l’ipotesi che esista una collaborazione tra eventi e persone, collaborazione che coinvolge in qualche modo il fato ed è sempre operante nell’universo.
Alla base del concetto di sincronicità sta l’idea che ogni singola esistenza abbia uno scopo e un significato più profondo di quanto generalmente ci rendiamo conto. Dietro ogni forma c’è un’intelligenza meravigliosamente perfetta, che opera in sincronicità. Ogni avvenimento è finalizzato a uno scopo, e i pezzi del rompicapo della vita si compongono in un insieme perfetto.
Quando avrai fatto veramente tua questa concezione, riconoscerai quotidianamente nella realtà manifestazioni dell’idea di sincronicità.
Ci sono collegamenti invisibili tra le persone a cui partecipiamo ogni giorno.
Ti sarà sicuramente capitato di sentire suonare il telefono e di sapere con assoluta certezza prima ancora di rispondere, chi ti stesse chiamando. Oppure di avere una cosiddetta esperienza di deja vu in cui sei sicuro di essere già stato in un posto e di aver vissuto un’identica situazione in passato. O di metterti a fare improvvisamente una cosa che non avevi mai fatto prima, senza saperne la ragione, e che solo un po’ di tempo dopo, guardandoti indietro, hai potuto finalmente capire la ragione di quel gesto. O forse mentre pulivate un armadio avete trovato il regalo di una persona che non sentivate da anni, e nel giro di un’ora questa stessa persona vi ha telefonato.
Certo, fatti del genere possono essere definiti semplici coincidenze e considerarle frutto del caos che regna sovrano al mondo. Oppure, riconoscerla come un fatto in grado di modificare il corso della nostra esistenza.
Una volta che abbiamo compreso come tutto sia in qualche modo legato, anche se non possiamo vedere la connessione, il principio universale della sincronicità diventa più credibile, e in definitiva più utilizzabile.
L’universo ha un ritmo. Quando riusciamo a raggiungere una certa tranquillità, scopriamo che siamo parte di questo ritmo perfetto. Sappiamo molto poco di come ciò avvenga effettivamente; eppure tutto è collegato.
Più attenzione poniamo agli eventi sincronici, più frequenti diventano nella nostra vita. E’ questa la ragione per cui le nostre intenzioni potranno esprimersi e manifestarsi attraverso questi eventi.
L’attenzione accelera la sincronicità, mentre l’intenzione la fa utilizzare. Quando entrambe sono legate alle coincidenze significative, la sincronicità si trasforma in Destino Sincronico, e le nostre vite vengono trasformate in qualcosa di veramente magico producendo i cosiddetti miracoli, cioè la realizzazione spontanea dei nostri desideri, nel campo di infinite possibilità.

Diventare consapevoli delle coincidenze che si presentano giorno dopo giorno è il primo passo che ci porta alla comprensione e alla capacità di vivere il sincrodestino. La fase successiva consiste nello sviluppare tale consapevolezza, in modo da riconoscere le coincidenze nell’attimo stesso in cui si verificano e approfittare così nel migliore dei modi delle opportunità che racchiudono. La consapevolezza si traduce in energia.

Maggiore è l’attenzione che concediamo alle coincidenze, maggiore è la frequenza con cui ci appaiono, e quindi maggiore sarà la nostra capacità di leggere i messaggi che ci trasmettono sulla direzione da dare al nostro viaggio terreno.

martedì 4 febbraio 2014

"Il Pianeta Verde" Coline Serreau -film-

Trama: Mila è una giovane vedova che vive con i suoi quattro figli sul Pianeta verde, una sorta di oasi ecologica i cui abitanti vivono in pieno accordo con la natura e hanno raggiunto un livello di sviluppo mentale e spirituale notevole.

Tra le altre cose, essi possono comunicare telepaticamente, con il semplice ausilio dell’acqua.

Una volta all’anno, e questa è la scena iniziale, la comunità si riunisce per fare il punto della situazione e per mandare i suoi inviati nei vari pianeti al fine di monitorarne lo sviluppo sociale.
Sulla Terra, sfortunatamente, non ci vuole andare nessuno, data la fama negativa del posto, violento, sporco e invivibile.

Alla fine, Mila si offre volontaria, e nella Parigi di oggi sarà protagonista di numerose scene divertenti, spesso giocate sull’ambiguità di ciò che per noi è realtà, mentre per Mila è un’assurdità incomprensibile.
E devo dire che spesso le osservazioni della donna sono ineccepibili…

In conclusione, Il pianeta verde è un film che può essere visto sia come ironico atto di accusa alla società odierna, sia come divertente intrattenimento cinematografico. Ma sicuramente un film che lascia a chi lo guarda qualche spunto, qualche riflessione su quello che ogni giorno ognuno di noi definisce "normale" nella vita...

"Evoluzione spontanea" Bruce Lipton -libro-

Bruce H. Lipton: Un’autorità internazionalmente riconosciuta nell’arte di collegare la scienza con lo spirito, e voce di punta della nuova biologia. Biologo cellulare come formazione, Lipton ha insegnato alla Scuola di Medicina dell’Università del Wisconsin, e più tardi ha condotto studi pionieristici alla Stanford University. Autore de La Biologia delle Credenze (Macro Edizioni), è stato ospite di centinaia di trasmissioni televisive e radiofoniche, come presentatore di convegni nazionali e internazionali.
Con La Biologia delle Credenze ha vinto l’Award 2006 in USA quale “Miglior Libro di Scienza 2006″.

Intervista:

Nel mio libro precedente, "La biologia delle credenze", l’attenzione era posta sul modo in cui i nostri atteggiamenti e le nostre emozioni controllano la nostra fisiologia, biologia ed espressione genetica. Il libro era incentrato su come le nostre credenze personali influenzano la nostra realtà individuale. Ma c’è qualcosa di più profondo da imparare, ed è che le credenze collettive di una cultura o società influenzano anche la nostra biologia e il nostro comportamento personale.

La società sta iniziando a riconoscere che le nostre attuali credenze collettive sono dannose e che il nostro mondo è in una posizione molto precaria. Così ho pensato che fosse ora di diffondere un messaggio che spiegasse come la nuova biologia e le altre intuizioni del mondo scientifico possano essere applicate alle nostre credenze sociali aiutandoci ad affrontare le minacciose situazioni che attualmente ci troviamo a fronteggiare.

In questo lavoro io pongo l’attenzione sulla biologia, sulle credenze e sul comportamento. Tuttavia, per comprendere appieno questo messaggio, il mio amico Steve Bhaerman fornisce delle informazioni a proposito di come la struttura sociale, la politica e l’economia siano a loro volta strettamente collegate con la nostra biologia.
Nel mondo medico a volte abbiamo una paziente che viene dichiarata terminale e tutti la considerano fuori gioco. Poi qualcosa accade, e questa persona sperimenta un cambiamento fondamentale nella credenza personale tramite cui esprime una remissione spontanea. In un certo momento è terminale, e in quello seguente del tutto libera dalla malattia. Questo sconvolge molti medici professionisti, ma accade frequentemente, e la maggior parte delle persone è al corrente dell’esistenza del fenomeno.

La Terra e la biosfera (e noi ne siamo inclusi) sono un sistema vivente integrato. Sebbene il sistema sembri vacillare, il pianeta stesso è capace di esprimere una remissione spontanea. Ciò che è necessario per favorire tale remissione è un cambiamento fondamentale della consapevolezza e delle credenze relative a chi siamo veramente. Crediamo che le nuove intuizioni della scienza cambieranno profondamente le credenze collettive della civiltà sulla natura della vita.

Abbiamo intessuto questa nuova scienza in una storia del potenziale futuro dell’umanità piena di speranza per aiutare a promuovere la guarigione planetaria. Evoluzione Spontanea fonde le moderne intuizioni scientifiche con l’antica saggezza, per rivelare quanto grande in realtà sia il nostro potere, e dimostrare che noi possiamo influenzare la nostra personale evoluzione.

Secondo la teoria darwiniana convenzionale, l’evoluzione è un processo molto lento e graduale, che richiede milioni e milioni di anni per manifestare le trasformazioni evolutive delle specie. Le nuove intuizioni scientifiche rivelano che in realtà l’evoluzione consiste di lunghi periodi di stasi, interrotti da improvvisi, drammatici sconvolgimenti. Tali sconvolgimenti rappresentano interpunzioni che cambiano il corso dell’evoluzione e conducono a forme di vita completamente nuove.

La nostra civiltà si trova attualmente in uno stato di disorganizzazione e disintegrazione. In questo momento siamo nel disperato bisogno di un progresso evolutivo e non abbiamo tempo per una evoluzione lenta e graduale. Alla luce della crisi che stiamo affrontando, sembra che la civiltà si trovi in mezzo agli spasimi di una interpunzione.

Forse la domanda più scottante adesso è: questa interpunzione è un punto interrogativo, un punto esclamativo o un triste punto?

La gente è consapevole del fatto che qualcosa sta accadendo. Le sono state svelate notizie sulla diminuzione delle risorse naturali, sul cambiamento climatico e sulla esplosione demografica. L’Orologio del Giudizio sta velocemente avvicinandosi alla mezzanotte, quando ci sarà qualcos’altro oltre all’amore a precipitare. I religiosi parlano della fine dei tempi.

Allo stesso tempo stiamo anche arrivando a capire che l’umanità è interconnessa. La più ovvia dimostrazione fisica è Internet, mediante cui possiamo inviare e ricevere messaggi in tutto il mondo alla velocità della luce. Questa comunicazione istantanea collega l’intero villaggio globale. Tutto è intrecciato. Tutto è collegato.

Vediamo che le moderne scoperte scientifiche e gli antichi insegnamenti dei grandi maestri spirituali portano alle stesse conclusioni: questo è un mondo di relazioni. Nessuno può scendere dall’autobus. Siamo tutti a bordo, insieme.

Naturalmente, con questa grandiosa comprensione ci rendiamo conto che i vecchi modi di vedere, credere e ragionare non ci aiuteranno ad alleviare l’attuale situazione e a fare il nostro ingresso in quella nuova. La nostra sopravvivenza è a rischio. Abbiamo bisogno di un nuovo paradigma. Abbiamo bisogno di una "evoluzione spontanea".

La seconda venuta

Paolo Spoladore ci illumina attraverso le sue traduzioni dei vangeli, che poco hanno a che fare con le traduzioni ufficiali delle istituzioni ecclesiastiche. Ed ecco che anche dalle sacre scritture emergono verità eclatanti che possono dare una nuova lettura di questo tempo che stiamo attraversando.

I testi evangelici parlano chiaramente di tre venute di Gesù.
La prima è quella dell'Incarnazione nel grembo di Maria avvenuta circa 2000 anni fa, e violentemente interrotta con l'omicidio di Gesù in croce.
La seconda sarà una venuta nella gloria, annunciata da Gesù più volte ( luca18,8; matteo24,23-41; apocalisse20,4-6) e denominata venuta intermedia, perché non segnerà la fine del mondo, ma la fine di un mondo, di un modo di vivere determinato al male e all'inganno, per dare inizio sulla terra a una nuova radiosa evoluzione dell'umanità. La terza venuta è quella che corrisponderà alla fine dei tempi.
Ora l'attenzione va a questa venuta intermedia, sconosciuta perfino ai credenti, che segnerà la fine di un ciclo.
Un rinnovamento che nel tuo cuore può iniziare anche oggi, in questo istante, per far si che questo nuovo imminente inizio non suoni come una minaccia, ma come il più gioioso degli annunci.