mercoledì 12 febbraio 2014

La danza dei Dervisci rotanti -i Sufi-

La danza dei dervisci rotanti chiamati anche “semazen” è dichiarato dall’UNESCO Patrimonio dell’umanità, un misto di arte e forte spiritualità. La parola “derviscio” ha acquistato il significato di “colui che cerca il passaggio”, ossia  la soglia, l’entrata che porta da questo mondo materiale ad un differente mondo spirituale.

Esistono varie confraternite sufi, tra cui  l’Ordine dei Mevlevi, in Turchia, che  pratica la celebre danza dei Dervisci Rotanti. Il fondatore della confraternità dei sufi anatolica è Gialal al-Din Rumi, vissuto nel XIII sec a Konya. La sua vita è stata totalmente dedicata alla ricerca dell’illuminazione religiosa.

Il giorno della morte di Rumi è chiamato Şeb-i Arus ed è commemorato il 17 dicembre in Turchia con varie manifestazioni. Mevlana ha lasciato un enorme numero di opere in prosa e in poesia e una confraternita che è arrivata fino ai giorni nostri. I suoi discendenti infatti vivono tuttora in Turchia, dove hanno fondato un’organizzazione al fine di proteggere questa grande tradizione.

Questa è più una filosofia estremamente umanista che un ramo della religione. Infatti se avete l’occasione di trovarvi alle cerimonie Seb-i Aruz a Konya nella settimana del 17 dicembre vi sorprenderete nel vedere la gente di tutto il mondo.

Rumi dice in una delle sue celebrissime frasi:
“Vieni, vieni, vieni.., non importa se sei un ateo, se sei uno che adora i totem, vieni, il nostro non è una compania di disperazione, vieni anche se hai giurato mille volte e mille volte hai rotto il tuo giuramento, vieni..”.
Da come si capisce da questa frase, le porte della confraternità fondata da Rumi sono aperte a tutti coloro che vogliono camminare sulla via dell’amore, amore per tutti i creati da Dio, a tutte le persone a prescindere dalla razza, dalla religione, dal passato vissuto.

Io personalmente leggendo Mesnevi, l’opera più importante di Rumi, posso dire che egli aveva ben chiaro il concetto dell’unione, che tutto è  legato  a tutto, del quale parlano ultimamente i fisici quantistici.

Il sufismo espone un’interpretazione dell'Islam che è focalizzata sull’amore, tolleranza, sviluppo della comunità, e sviluppo personale attraverso l’auto-disciplina e responsabilità. Il modo di vivere di un Sufi è amare e essere al servizio dell’umanità, abbandonare l’ego e tutta la illusine per raggiungere la maturità e la perfezione e finalmente raggiungere Dio.

Come possiamo notare in un’altra frase molto celebre di Rumi, i concetti della tolleranza, purezza e trasparenza sono molto importanti nella filosofia sufista; ” sii come il fiume nella generosità, sii come il sole nell’affetto, sii come la notte nel coprire i peccati altrui, sii come un morto nella rabbia, sii come la terra nell’umiltà, sii come il mare nella tolleranza, qualunque cosa tu sia, o appari come sei o sii come appari.”

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